Problem solving
Cominci a essere stanco. Anzi, sfinito. E, soprattutto, inizi a credere che la situazione non sia risolvibile. Nonostante il disagio, stai cercando di abituarti all’idea che le cose non cambieranno mai e, forse, che non sei una persona così tanto…

Sono notti che ti arrovelli su quel problema lavorativo.
Hai già tentato diverse soluzioni e nessuna ha funzionato.
Cominci a essere stanco. Anzi, sfinito. E, soprattutto, inizi a credere che la situazione non sia risolvibile. Nonostante il disagio, stai cercando di abituarti all’idea che le cose non cambieranno mai e, forse, che non sei una persona così tanto capace.
In questo caso è necessario sviluppare
le tue abilità di Problem Solving.
Cos’è il problem solving
La definizione di Problem Solving è contenuta proprio nella sua traduzione: risoluzione dei problemi. Dal punto di vista psicologico è un processo cognitivo che permette di crearci una rappresentazione interna di un problema, valutare le alternative utili a risolverlo, pianificare la sequenza di azioni scelta, eseguirla e, infine, verificare il risultato..
In sostanza dunque, il Problem Solving è la capacità di esaminare una situazione, individuare le difficoltà e trovare la strada migliore per superarle. È un processo in cui logica e creatività vanno di pari passo.
Perché è importante?
Il problem solving è una capacità che esercitiamo in ogni ambito della nostra esistenza. Questo emerge soprattutto in ambito lavorativo, dove quasi quotidianamente incappiamo in situazioni problematiche. Qualsiasi sia la professione che svolgiamo, infatti, dobbiamo affrontare innumerevoli sfide. Sfide che, oltretutto, si palesano su diversi piani e livelli di complessità: dagli aspetti pratici, ai rapporti interpersonali, alla gestione di fattori su cui non abbiamo il controllo, come la situazione economica generale.
Se però manchiamo dell’abilità di risolvere i problemi, corriamo il rischio di finire in un tunnel dal quale risulta difficile uscire. Infatti, quando sentiamo che qualcosa non va, possiamo smarrirci in pensieri negativi, nella critica e nell’autocommiserazione. Ci abbattiamo, e così perdiamo il potere di reagire e di trovare una via d’uscita. Alla fine, rimaniamo impantanati nel problema, con tutto ciò che ne può derivare.
Il Bias di conferma
La “capacità di risolvere i problemi” non è un processo così semplice come potresti credere.
Tutti noi tendiamo a interpretare le situazioni in base alle nostre convinzioni e alle ipotesi preesistenti, spesso ricercando nella realtà elementi che le convalidano. Questo, in Psicologia, è detto bias di conferma, una trappola cognitiva che ci porta a distorcere le informazioni fino ad ignorare, o addirittura rifiutare, le prove contrarie alle nostre convinzioni di partenza.
Questo tipo di bias ci permette un notevole risparmio in termini di energia mentale, perchè consente di elaborare le informazioni in modo rapido ed economico. Tuttavia, rimanere bloccati nel bias di conferma si traduce in soluzioni che non risolvono il problema: sarà capitato anche a te di prendere una decisione e non vedere alcun risultato. Come mai? Perché la tua soluzione non ha funzionato? Probabilmente perché, offuscato dal bias, non hai valutato correttamente il problema e preso in considerazione altre soluzioni.
Immagina di essere il nuovo team manager di un gruppo di lavoro che non hai mai visto.
In breve tempo scopri che, nonostante le qualità tecniche, il gruppo è demotivato e poco produttivo. Inizi così a interrogarti sul perché è alla fine stabilisci che il problema è dovuto a quel collaboratore sempre irrequieto e litigioso, che influenza tutti gli altri creando un clima negativo. Decidi quindi di spostare il collaboratore a un’altra mansione, convinto che la ritrovata serenità farà bene al tuo gruppo.
Invece, le performance continuano a essere deludenti.
Hai definito la situazione (produttività e motivazione scarse), individuato il problema (il collaboratore difficile) e la soluzione (spostare il collaboratore).
Perché non è cambiato nulla?
Probabilmente il problema, che pensavi di aver subito individuato, non è il collaboratore. E non hai pensato di prendere in considerazione anche altre cause.
Ad esempio, nella tua azienda esiste un sistema di ricompense per gratificare le persone della tua squadra? Oppure hai verificato se gli strumenti e le procedure esistenti sono adeguati?
Problem Solving e Decision Making
Sebbene inevitabile, il bias di conferma può essere gestito attraverso il rafforzamento del pensiero critico e flessibile, che permette di vedere le situazioni da punti di vista più oggettivi o anche inediti. Prima di prendere una decisione, quindi, è importante sia saper leggere il problema da diverse prospettive, sia prendere in considerazione più soluzioni possibili.
E’ anche fondamentale evitare di cadere in reazioni impulsive: a volte, infatti, il desiderio di risolvere una situazione il più presto possibile, può indurci a scegliere una soluzione che si rivela adeguata solo in apparenza. Bisogna invece soffermarsi ad analizzare il problema e provare ad identificare alcuni elementi significativi, ad esempio:
- chi sono le persone coinvolte
- come si presenta
- in quale contesto si è verificato
- qual è la gravità del problema
- cosa sta impedendo di giungere alla soluzione
- quali sono le diverse opzioni di risoluzione.
L’identificazione di questi elementi favorisce il decision making (il processo di assunzione delle decisioni) perché permette di effettuare una valutazione accurata della situazione, favorendo l’individuazione di più alternative di azione ed aumentando così la probabilità di selezionare quelle più adatte a risolvere il problema.
Sviluppare il problem solving è possibile?
Abbiamo dovuto allenare la nostra capacità di risolvere i problemi fin dall’alba dei tempi, quando procurarci il cibo equivaleva a rischiare la vita. E oggi continuiamo a farlo, ogni volta in cui un imprevisto scombina i nostri piani, una relazione interpersonale si fa difficile o un elettrodomestico non fa quello che gli diciamo di fare!
E’ grazie a questa capacità che l’umanità è stata in grado di inventare strumenti e tecnologie, sviluppare teorie scientifiche, gestire grandi sistemi economici e ispirare le masse.
Il Problem Solving, dunque, fa parte di tutti noi: è una caratteristica innata dell’uomo e, in quanto tale, è una non-technical skill che si può coltivare e potenziare.
Se vuoi veramente vedere una differenza nel modo in cui affronti gli ostacoli, allora devi potenziare le tue abilità di problem solving. Noi di Lyceum facilitiamo il brainstorming e la definizione dei problemi aziendali, aumentando la consapevolezza individuale e quella del team. Inoltre, aiutiamo a trovare soluzioni alternative e creative a partire dalle risorse a disposizione del gruppo e dei singoli individui. Lo facciamo attraverso interventi di consulenza, sessioni di coaching e corsi di formazione focalizzati sullo sviluppo delle Non Technical-Skills.
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