Le femmine non sono migliori dei maschi nel multitasking
Riconosciamolo: abbiamo un sacco di cose da fare ogni giorno. Siamo super-impegnati. E più passa il tempo, più le cose peggiorano. Juliet Schor, autrice del libro The Overworked American, datato 1993, dieci anni dopo scrivendo un capitolo per un altro libro…

Riconosciamolo: abbiamo un sacco di cose da fare ogni giorno. Siamo super-impegnati. E più passa il tempo, più le cose peggiorano.
Juliet Schor, autrice del libro The Overworked American, datato 1993, dieci anni dopo scrivendo un capitolo per un altro libro del collega John de Graaf (intitolato Take Back Your Time) si ritrova costretta a confermare il triste trend:
What the data show is that from 1973 to 2000, the average American worker added an additional 199 hours to his or her annual schedule
Che tradotto significa che in 30 anni gli americani lavorano 200 ore in più all’anno. E ho il sospetto che gli Europei non siano da meno. In un articolo edito da Tina Groll per Zeit, a proposito dell’impegno lavorativo settimanale del cittadino tedesco, compare un simpatico numerino: 41,9. Che si trasforma in 60 se fai un secondo lavoretto.
Questo sulla carta. In realtà la situazione è complicata da tutta una serie di richieste informali che ci piovono addosso continuamente: messaggi, mail, aggiornamenti dai social che ci rincorrono (hai ragione… noi comunque ci facciamo rincorrere) per tutta la giornata, influendo negativamente sulla nostra percezione di “coinvolgimento lavorativo”. Ci sentiamo coinvolti di brutto, vero?Ci hanno insegnato che tutto questo significa “essere connessi”. In realtà siamo intrappolati in un vero e proprio sequestro cognitivo, con la differenza che la chiave per uscire ce l’abbiamo noi.
Siamo circondati dalle distrazioni e dai Pokemon, e veniamo interrotti di continuo. La nostra attenzione si dirige senza tregua verso stimoli brillanti ed attraenti, allontanandosi da ciò che è davvero importante ed in linea con la to-do list. Quindi, siamo esposti a molti stimoli per molto tempo (engagement), dentro giornate infinite. Che effetto avrà secondo te tutto questo sulla nostra perfomance? Esattamente quello che immagini. Ci sono prove scientifiche che evidenziano che produttività e performance cognitiva decadono dopo 8 ore. Il che significa che la nona, la decima e l’undicesima ora contribuiscono a farti percepire la giornata più faticosa e meno soddisfacente, erodendo progressivamente nel tempo la tua motivazione.
N° di stimoli + tempo di engagement = performance scadente
Un bel problema. Ed ecco che l’essere umano, famoso per le sue fantastiche proprietà neuronali, escogita la genialata del secolo: il multitasking.
Se sei un maschietto ti sarai di certo trovato mille volte in discussioni con simpaticissime donne che sadicamente si vantano della loro capacità di fare più cose contemporaneamente. Se ti rincuora, sappi che io addirittura ne ho sposata una. E anche tu, come me, ogni volta sorridi imbarazzato, stringi i denti e pensi “Ma si, tanto noi guidiamo meglio”. (Di solito a questo punto mia moglie se ne accorge e subito mi dice “E non pensare a quella stupidata della guida adesso, ti ricordo che io ho anche la patente D, tu sei fermo alla B”).
Beh, caro collega maschio, oggi ci possiamo vendicare. Care donne, sappiate che la scienza è contro di voi: il multitasking non vi appartiene, e a dire il vero non funziona molto. Quindi, se anche vi appartenesse, non ci sarebbe di che vantarsi. Anzi, far troppe cose contemporaneamente tende a peggiorare le cose:
1 – Le femmine non sono migliori dei maschi nel multitasking.
Non esistono evidenze scientifiche a favore di una predominanza femminile nel multitasking rispetto ai maschi. E’ stata invece dimostrata una variabilità intra-gruppo: tra i maschi alcuni sono maggiormente portati al multitask, e questo è vero anche per le femmine. Quindi: alcune differenze entro lo stesso gruppo, nessuna differenza tra gruppi di maschi e femmine.
Lo so, è dura da digerire…
2 – Il multitasking peggiora la performance
Altmann e collaboratori, della Michigan State University, hanno dimostrato in un articolodatato 2014, pubblicato sul Journal of Experimental Psychology, che le persone alle prese con due compiti simultanei tendono a metterci un 30% di tempo in più per terminare le consegne, aumentando la percentuale di imprecisioni e sbagli. Questo avviene perchè le interruzioni momentanee interferiscono col flusso di pensiero, amplificando di conseguenza la probabilità di commettere errori. Quindi il multitasking ci rallenta e ci rende imprecisi (eh eh).
Caro maschietto, adesso che hai finito di esultare vorrei ricordarti che anche tu non sei da meno:
- in questi anni hai cercato orgogliosamente di sviluppare le tue multitask skills, e il bello è che
- goffamente ci sei pure riuscito, ma
- le tue performance non sono migliorate
Maschi o femmine, siamo tutti uguali: siamo convinti che svolgere più attività contemporaneamente ci aiuti ad incastrare più cose nella nostra agenda. Ed eccoci tutti lì a telefonare mentre navighiamo, o a leggere l’ultimo WhatsApp mentre cerchiamo di finire una presentazione. Probabilmente stai leggendo il mio post durante un meeting o mentre pranzi. E continui a pensare “sono incasinato, Dio come sono incasinato”.
Ecco, sappi allora che il tuo cervello è profondamente attratto dalle novità e dal contatto umano. Difficile resistere alla notifica sul display del telefono, soprattutto se sei impegnato a scrivere un noiosissimo documento. Purtroppo però, come abbiamo visto, sovrapporre diverse attività (il multitasking) tende a rallentarti ed a farti commettere errori. Che tu sia maschio o femmina.
Ci sono alcune differenze entro lo stesso gruppo, nessuna differenza tra gruppi di maschi e femmine
Vuoi qualche consiglio?
a) ricordati che ti servono circa 10-15 minuti per riprendere appieno il flusso di pensiero creativo dopo l’interruzione causata da una mail o da un sms. Se stai lavorando ad un progetto importante, che richiede il massimo della tua attenzione, e soprattutto se hai poco tempo, lascia il cellulare in un’altra stanza (ovviamente col silenzioso).
b) stabilisci delle black zones nella tua agenda, ovvero dei blocchi di tempo (anche brevi se ne hai poco a disposizione) nei quali non ti farai interrompere nemmeno dalla bomba atomica. Non mollare su questo punto, è davvero importante.
c) stabilisci quelle che io chiamo text zones, ovvero degli spazi in cui ti puoi dedicare senza sentirti in colpa a messaggi, posta, web, post di Daniel Bulla, ecc.
d) fai esercizio fisico di tipo aerobico e meditazione durante la settimana: ti aiuta a migliorare la capacità di concentrazione, e quindi a distrarti meno.
Mi rendo conto che leggendo questo post potresti pensare che il multitasking è una brutta cosa, da evitare come la peste. In realtà una vita ricca di stimoli è di certo più divertente: se la tua giornata lavorativa è costellata da tante variabili sicuramente il tempo passa più velocemente.
Ma fai in modo che questa variabilità non ti disturbi ogni minuto: devi rimanere concentrato, lavorare duro e portare a casa qualche soddisfazione.
Comunque è vero: noi guidiamo meglio.